giovedì 21 giugno 2012

I pensieri di un'esperienza che volge al tramonto

Sebbene ancora ben 4 persone mi debbano venire a trovare, mancano ormai solo 2 settimane alla fine dell'esperienza portoghese, perciò tirare le somme appare necessario a questo punto...è stata una bell'esperienza sotto molti punti di vista: indipendenza, adattamento, imparare lingue nuove, conoscere gente nuova, un sacco di stili di vita e di esperienze diverse che entrano a contatto...davvero bello!
Perciò posso dire che ne valeva la pena! L'unica cosa che davvero è stata difficile, come molti dei miei 2 lettori potranno intuire (mamma che allocuzione Manzoniana...Gusso e Lele quando tra un paio d'anni leggerete il blog capirete), è stata la nostalgia della "dolce metà"...un "adattamento forzato", ma ahimé necessario.
Mi mancherà Lisbona? Certo, la città e tutte le sue persone. E parlare portoghese, sicuro! Quando si fa un'esperienza del genere, credo che tutti quanti siano portati a percepire la città del proprio erasmus un po' come la "propria" città. E infatti ora Lisbona è un po' "mia", e lo rimarrà per sempre.
Mi mancheranno gli amici idioti che ho conosciuto qui, italiani e non...i tornei di calcetto (che qualcuno dei Palubili ha avuto la fortuna di osservare dall'interno), le michiate su ogni cosa, i fiumi di birra che scorrono quasi tutte le sere, le (poche) partite di PES, le chiusure di serata in dei locali nascosti dietro delle porticine che neanche diresti possano ospitare un luogo vivibile...
Mi mancherà il tornare a casa a piedi di notte, nel silenzio dei vicoli abitati, camminando per mezzora tra salite e discese.
Mi mancherà l'andare a prendere all'aeroporto qualcuno del mio mondo "italiano", e cercare di fargli vivere il meglio di Lisbona nei pochi giorni in cui rimane...
Mi mancheranno le sardine alla griglia su un pezzo di pane tostato, lo svegliarsi e sentire dei bambini di 6 anni in gita gridare tutti insieme "Por-tu-gal!" perché la sera c'è la nazionale che gioca, il riumore dell'asporto rifiuti all'una di notte, ascoltare i telecronisti portoghesi, che non appena Ronaldo tocca palla (anche se appena dopo metà campo) si esaltano come se fosse un'azione da gol incredibile.
Mi mancherà (ma non troppo) l'università, il mio prof un po' cazzone e le sue risposte da mettersi le mani nei capelli (ultima su tutte: "i'm looking forward to see the result of the 2nd lab"....e lui: "me too :-)"...).
Mi mancherà (e mooolto) la birra a 1 euro in tutti i bar.
Mi mancherà il sole che non fa troppo caldo e la pioggia "nebulizzata" tipo le stazioni "rinfrescanti" di gardaland.
Mi mancherà l'idolo pesce luna.
Mi mancherà perfino correre dietro a un autobus che ti passa davanti mentre stai andando alla fermata.
Mi mancherà un po' tutto insomma.

Il timore è che, una volta a casa, lo scorrere incessante e quotidiano delle giornate ti possa assorbire...e ti possa togliere quel po' di "atmosfera erasmus" che ti porti dentro. Dopotutto, adesso è tempo di tesi, di esami in italiano, è tempo del Torneo di Palo (per alcuni), è tempo di campiscuola...è tempo del luglio padovano...se non altro per fortuna è finalmente anche tempo di Ila.

E' tempo di amici? qualcuno non si sa dove sia finito, a qualcuno non importa, qualcuno ce l'ha con te per vecchi rancori, qualcuno ce l'ha con te per dei rancori di cui nemmeno sai l'esistenza...qualcuno c'è, ma non ora. L'erasmus ti mette lì, un po' lontano da tutti...o forse semplicemente ti fa capire chi è lontano solo fisicamente, e chi invece lo è anche quando gli sei accanto. La verità? Non è così semplice.

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